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martedì 21 gennaio 2014

CONSIDERAZIONI...

Armido Chiattone detto Mido
Vorrei fare con voi alcune considerazioni .
La prima riguarda l'occupazione , che continua ad essere sulla bocca di Letta come il ritornello di una canzone , ma che rimane lettera morta...perché ?
Io credo che non ci voglia un guru dell'economia  per risolvere la questione , basterebbero argomenti giusti o forse soltanto un po' di buon senso .
Sappiamo tutti che lo Stato non ha la possibilitá materiale di offrire lavoro ad oltre il 50% della popolazione attiva ; pertanto occorre che intervenga il settore privato per coprire la richiesta di occupazione dell'altro 50% .
Sappiamo che in Italia risiedono circa 57,2 milioni di abitanti , 200 per Km2 , di cui 24,3 milioni rappresentano la popolazione attiva , mentre la popolazione non attiva é di 32,9 milioni .
La popolazione attiva comprende anche i disoccupati , gli esodati ed i giovani in cerca di prima occupazione.
La popolazione non attiva é costituita da minori , pensionati , invalidi , studenti , casalinghe e da quanti per varie ragioni non ritengono di dover entrare a far parte del mercato del lavoro .
Sappiamo che la macchina dello Stato brucia 850 miliardi di euro l'anno e che circa 50 miliardi sono il pegno che l'Italia é costretta a pagare per contribuire al mantenimanto dell'Europa .
Se dividiamo i circa 900 miliardi per uno stipendio medio annuo di 30.000 euro , scopriamo che con questi soldi si potrebbero mantenere la bellezza di 30.000 famiglie ; certo la realtá non é cosí semplice , come l'effetto di una operazione matematica , ma é per fare un esempio e di qui partire per la nostra analisi .
Quando si parla di attivitá produttive , si parla di fonti dalle quali scaturisce la ricchezza del Paese , da cui trarre successivamente i benefici per la popolazione che va intesa nel suo complesso : attiva e non attiva .
Quando invece si parla di servizi si intendono le attivitá che rappresentano un costo , ma che sono ugualmente necessarie .
Faccio un esempio : la polizza di assicurazione é un servizio che viene utilizzato da chi possiede una autovettura , cioé é un costo aggiuntivo , sebbene necessario che si estende a tutti gli automobilisti e si ripete ogni anno .
Questo costo , unito ad altri costi fissi e variabili (manutenzione saltuaria del motore , rifornimento di carburante , cambio delle gomme , lavaggio , interventi sulla carrozzeria e quant'altro) rappresenta l'esatto bilancio passivo di un cittadino che , possedendo un'auto , ne utilizza il servizio .
Ebbene , tutti questi aspetti che caratterizzano una sola vettura , moltiplicati per il numero totale di mezzi in funzione , dá origine ad una circolazione di denaro tale da abbracciare una vasta area di popolazione attiva esercente null'altro che forme di scambio commerciale .
L'esempio vale per tutte le attivitá che compongono il puzzle del mercato del lavoro sia autonomo che dipendente ; attivitá che costituiscono il fulcro della societá e persino la sua stessa sopravvivenza .
Ora , sempre in linea con l'esempio che ho fatto , valutiamo le conseguenze di un atto che tende a modificarne l'equilibrio .
Supponiamo che il proprietario di un distributore non abbia carburante sufficiente per garantire il rifornimento a tutte le auto che ne facessero richiesta...in questo caso dovrebbe chiedere al suo concorrente di prestargliene un po' .
Il suo concorrente che ovviamente non é un benefattore , ma fa i suoi interessi , gli cede la quota richiesta , ma gliela fa pagare ad un prezzo superiore .
Accade pertanto che il proprietario del distributore , per reggere i costi sia costretto ad aumentare il prezzo del carburante ai suoi clienti
Il risultato sará che molti dei suoi clienti si troveranno costretti a cambiare distributore .
Tentiamo di traslare l'esempio ad un livello molto piú alto ; stabilito che il proprietario del distributore sia il Governo e che il cliente siano i cittadini (cioé lo Stato) , la realtá che ne deriva é la stessa .
Il Governo , avendo esaurito le risorse é costretto a chiedere prestiti a qualcuno , prestiti che poi ovviamente vanno restituiti .
Questi prestiti costituiscono il monte titoli a breve , media e lunga scadenza ; tali titoli non sono altro che il risultato della vendita del debito pubblico , ma quando questo debito aumenta , aumentano anche gli interessi che lo Stato (cioé noi) deve pagare agli investitori acquirenti , che possono essere gli stessi cittadini italiani , cittadini stranieri oppure peggio strutture finanziarie speculative estere .
Tornando al lavoro...se il governo , ingabbiato in questo sistema non trovasse vie d'uscita , non ci sarebbero alcune possibilitá di ripresa , a meno che non si cominciasse a fare tutto il contrario di ció che é stato fatto negli ultimi anni .
Il governo , invece di preoccuparsi di stabilire un rapporto tra Stato e cittadino , ha pensato bene di vendere i gioielli di famiglia , un pezzo alla volta (come la Banca d'Italia ) o altre sorgenti di denaro pubblico molto importanti e significative .
Mi spiego meglio... : se invece di vendere i tesori di Stato , le imprese fossero completamente sgravate dal punto di vista fiscale , potrebbero investire i denari che pompano invece allo Stato stesso , denari che vanno completamente persi , poiché il Governo(cioé chi gestisce lo Stato) , non ha un progetto definitivo di rilancio dell'economia .
Guardate che per rilanciare l'economia c'é soltanto una possibilitá : ridurre notevolmente la pressione fiscale alle imprese , fare circolare il denaro e riaprire i rubinetti del credito .
Se quanto sopra non avviene possiamo dire addio alle nostre risorse , poiché il risparmio congelato nelle banche non é produttivo .
Le imprese private , cioé quelle che dovrebbero assorbire il 50% circa della popolazione attiva , sarebbero disponibili ad attivare la CRESCITA e quindi a generare NUOVI POSTI DI LAVORO , a patto che alla loro azione corrisponda una azione altrettanto fertile da parte del Governo ; cosa che non sta avvenendo da tempo perché gli economisti , spalmatisi sulla retorica dell'attuale sistema non riescono ad uscire dalla consuetudine .
In chiusura , va detto che non é assolutamente vero che non ci sia una possibilitá di ripresa , ma ció deve avvenire compiutamente con un patto sociale che metta insieme Stato , Imprese e lavoratori .
Il Governo attuale non é stato in grado di aprire una sola finestra su questo enorme terreno di SVILUPPO : ecco perché gli attuali politici usurpatori(che non posso credere tanto ignoranti da non capire queste semplici nozioni di economia sociale) dovrebbero andarsene a casa , pagando il giusto risarcimento ai cittadini italiani.

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