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lunedì 3 marzo 2014

IL CANE CHE SI MORDE LA CODA

Armido Chiattone detto Mido
Al grido di :"consumi , consumi , consumi" gli intellettuali dell'economia invitano il popolo a consumare per dare una spallata alla crisi .

La logica sarebbe giusta se peró il popolo avesse ancora una potenzialitá sufficiente per sostenere il peso della spesa .
Motivo per cui i consumi invece di aumentare diminuiscono , come si suol dire in termini pseudotecnici , i consumi si comprimono come gli spazi del disco di un computer .
Io mi chiedo se quando si affronta un problema non sia meglio partire dai fondamentali , cioé da quelle basi che ci consentano di centrare le premesse per poter in seguito proporre soluzioni in modo corretto .

La veritá é che non ci sono i soldi per creare circolazione monetaria ; i soldi non ci sono perché le aziende sono in affanno , indebolite dalla pressione fiscale e quindi costrette a ridurre gli investimenti, a licenziare , causando grave danno all'economia che in sostanza riflette il suo malessere sulle aziende stesse .
L'effetto boomerang che si crea in una situazione come quella attuale é nei fatti , cioé il 132,6% del PIL costituisce il debito pubblico che quindi riassorbe lo sforzo produttivo totale compiuto dall'intero Paese .
A questo punto c'é da chiedersi :é nato prima l'uovo o la gallina? la realtá insegue una logica oserei dire matematica , da cui non si scappa .
La crisi é strutturale , su questo non ci sono dubbi , né possiamo pensare che gli economisti non l'abbiano capito...sono tutti d'accordo , me compreso , nel sostenere tale concetto iniziale ; ma dire che la crisi é strutturale e pertanto accettare la rassegnazione non mi sembra la maniera piú logica da seguire , perché non ci porta da nessuna parte .
Dovremmo avere il coraggio di denunciare la assoluta incompetenza di tutti i governi che hanno operato negli ultimi anni .
Il cane che si morde la coda é nella logica constatazione dei fatti : quando non ci sono soldi , non ci sono investimenti , non c'é occupazione , non c'é crescita , non c'é passaggio dal piano della sofferenza e della soglia di povertá alla ripresa economica auspicata dal potere politico come se la crisi fosse dovuta ad una magia negativa facilmente contrastabile con una contromagia basata sugli scongiuri del mago Telma .
L'economia é una materia seria e come tale va studiata .
Allora domandiamoci : chi detiene il potere economico ? risposta facilissima...LE BANCHE...le quali svolgono una funzione importantissima in merito all'inversione di tendenza .
Se le banche si accollano debiti pregressi mai onorati di aziende decotte (per fare un esempio "SORGENIA" del gruppo CIR di Carlo De Benedetti , che ripete in altro settore lo stesso antico exploit fallimentare dello stabilimento OLIVETTI di Ivrea ) non si arriverá mai a sovvertire l'andamento negativo dei mercati .
Chi sbaglia sarebbe giusto che paghi i suoi errori invece di scaricarli sullo Stato di cui ormai il potere politico si é impossessato .
Se accettiamo passivamente situazioni come quelle relative al ben noto sistema Sesto di Penati , facendo cadere in prescrizione i reati di corruzione e quant'altro , quali speranze potremmo mai avere di ricuperare la nostra dignitá sociale ?
Invece di correre dietro ai fantasmi , cominciamo ad operare in modo corretto e responsabile .
Sappiamo che tutti gli Stati si fanno concorrenza per poter piazzare il proprio debito , quindi se l'Italia vuole essere certa di ottenere risultati nel merito deve alzare i tassi di interesse , compromettendo peraltro il debito pubblico .
Ora , il primo passo per uscire dalla crisi é fare in modo che le banche italiane comprino i nostri titoli, anche a tassi meno appetibili di quelli esteri ; ció per due ragioni , primo per competere in ugual misura con i Paesi concorrenti , secondo per evitare che il nostro debito cada in mani straniere , diventando un motivo di ricatto per la nostra economia .
Sempre le banche , dovrebbero utilizzare una parte del denaro in loro possesso per aprire linee di credito per favorire imprese con progetti di sviluppo di nuove tecnologie , oltre a salvaguardare la crescita delle piccole /medie aziende atigiane che rappresentano l'ossatura del nostro Paese .
L'Italia potrebbe divenire il Paese nº 1 per i settori che riguardano la moda , il turismo , l'enologia , la ristorazione , le energie alternative rinnovabili , l'auto e la produzione alimentare...insomma tutte quelle attivitá microimprenditoriali in cui siamo maestri per tradizione e cultura .
Questo passaggio potrebbe generare crescita , quindi investimenti , quindi occupazione , quindi guadagno , circolazione di denaro , lievitazione dell'economia e superamento della crisi .
La NEW ECONOMY potrebbe risolvere in fretta ció che per anni non é stato fatto...certo bisognerebbe abbattere il muro della burocrazia rendendo facili e rapide le operazioni di ristrutturazione del sistema .

2 commenti:

  1. Ben detto e che cosa ci consigli di fare a noi PMI per rivalere tutto questo fantastico discorso?

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    1. Cara Laura , gli annunci che si sono susseguiti dalla voce dei vari Presidenti del Consiglio , mai eletti dal Popolo , ma incaricati da Napolitano (Monti , Letta ed ora Renzi) relativamente a : sblocco della tranche di 20 miliardi di euro per il pagamento dei debiti contratti dalla pubblica amministrazione , credito agevolato da parte delle banche e alleggerimento della pressione fiscale per le medie/piccole imprese, sono rimasti lettera morta , per cui si continua a tergiversare senza concludere nulla .
      La ricetta economica per un malato grave , quale é il nostro Paese non é l'annuncio di ció che si fará , ma i fatti reali quando sono portati a compimento .
      Tutto invece rimane al palo , cosí come la legge elettorale , tra l'altro inficiata dalla pretesa di modificare il Senato , quando sarebbe necessaria una riforma completa del sistema istituzionale , a cominciare dai poteri del Premier .
      Ció detto torniamo all'economia...assodato che il Paese ha bisogno che il denaro circoli , assodato che chi detiene il potere finanziario sono le banche , l'unica cosa saggia che il governo potrebbe fare é garantire il credito alle imprese ed invece di erogare fondi , defiscalizzare a patto che il 50% almeno della defiscalizzazione sia utilizzato per gli investimenti nell'ambito stesso della impresa che gode del vantaggio suddetto .
      Come fare a trovare i soldi per favorire questa scelta : 1º-con nuovi investimenti si apre collateralmente il mercato del lavoro e l'occupazione , assorbendo in parte il peso della cassa integrazione (a carico dello Stato)
      2º- diminuirebbe l'onere che lo Stato si accolla per l'indennitá di disoccupazione , cosí come gli interessi a carico dello Stato stesso nei confronti delle banche .
      3º - Se a ció si aggiunge l'alleggerimento del peso del mantenimento dello Stato (oggi 850 miliardi di euro l'anno) riducendo l'onere del 10% , si raggiungerebbe la possibilitá di limitare nel tempo la spesa pubblica e diminuire di conseguenza il debito pubblico .
      4º - Se a quanto sopra detto si cominciasse con serietá un confronto con l'Europa(50 miliardi l'anno di sovvenzione é il carico dell'Italia)rivedendo al ribasso certe regole e ristabilendo un equilibrio stabile tra gli Stati membri , si accentuerebbe ancor di piú la possibilitá per l'Italia di uscire da questo terribuile impasse .
      Relativamente alla Pubblica Istruzione io non sono onnisciente , ma ció che mi guida é la logica .
      rendere la scuola elementare e media una palestra per abituare le nuove generazioni alla tecnologia (uso di computer e quant'altro) ; dare vita ad un progressivo snellimento del tempo di educazione culturale , eliminando materie inutili , dottrine che non servono a nulla , istituzioni obsolete e burocrazia .
      La Scuola e l'Universitá ci costerebbero di meno ed aprirebbero nuovi orizzonti ai giovani in termini di crescita socio/culturale e scientifica , producendo persone preparate ad affrontare il futuro , invece di alimentare soltanto la preparazione culturale .
      Anche questo traguardo potrebbe essere considerato come qualitá in termini di prodotto , perché aiuterebbe le aziende a sviluppare progetti sofisticati con giovani effettivamente preparati .
      I professori di tutti i livelli dovrebbero lavorare meno ed aggiornarsi di piú , in modo di fungere da supporto allo sviluppo della ricerca (a cui naturalmente andrebbe data l'importanza che merita).
      Cara Laura io non ti posso scrivere un trattato , ma se toccasse a me ricoprire un ruolo guida nel governo del Paese , ti assicuro che saprei dove mettere le mani .
      Un abbraccio

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