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giovedì 20 giugno 2013

PARLANDO DI RIFIUTI...


Armido Chiattone

Ho letto il post di Roberto Colosimo , ottimo amico e persona competente in materia ; ho pensato che sarebbe stato positivo sottoporlo alla attenzione dei lettori del Blog .




Sto pensando alle stupidaggini che la stampa, la TV e i cosiddetti ambientalisti diffondono sul problema dei rifiuti; come esperto del settore voglio cercare di ristabilire la verità in queste poche righe. Prima di tutto sono stato lieto di sentire, finalmente, che l'Europa ha stabilito che i rifiuti devono essere considerati una risorsa e non un fastidio da eliminare con qualsiasi mezzo. Sono convinto che sarà arduo farlo capire nel nostro paese, dove il problema, che è serio e grave, è trattato da dilettanti e da incompetenti, ma prima o poi ci si dovrà arrivare. E veniamo al dunque. Il problema dei rifiuti solidi, sia urbani (RSU) che industriali (RSI), non ha una sola soluzione nè lo potrebbe; la massa raccolta è infatti costituita dalle materie più diverse; per semplificare si parla di "secco" e di "umido". Del secco fanno parte diversi materiali riutilizzabili, le cosiddette materie seconde: ferro, materie plastiche, carta, vetro, metalli non ferrosi, batterie esaurite ed altri materiali inutilizzabili, come i calcinacci; globalmente si tratta del 50 % in volume, tutti questi materiali si possono recuperare con la raccolta differenziata. Ma la raccolta differenziata è efficace soltanto se a valle di essa ci sono degli utilizzatori dei materiali raccolti; spesso questi o non ci sono o non sono capaci di utilizzarli tutti. Il problema è gravissimo nelle grandi e medie città, dove la raccolta differenziata è al massimo del 35 %, mentre nei piccoli centri la raccolta riesce ad arrivare anche all'80 %. Ma fermiamoci un momento a pensare cosa vuol dire tutto ciò: qualunque sia la percentuale di raccolta differenziata, che non arriva mai al 100 %, che fine fanno i materiali non recuperati ? La tragica risposta è il conferimento a discarica, con la conseguente necessità di reperirne i siti, cosa che cozza sempre contro la pubblica opinione e che la debolezza delle autorità politiche riesce solo ad aggravare. Le discariche sono quindi una necessità, anche se l'obiettivo deve essere quello di ridurle al minimo indispensabile. La normativa italiana prescrive per le discariche la impermeabilizzazione assoluta di fondo e pareti mediante schermi di argilla dello spessore di un metro, onde evitare problemi per le falde idriche locali. A questo proposito, come esempio delle corbellerie che si dicono, alcuni comitati locali hanno proclamato che le discariche sono tossiche perchè produrrebbero diossina; ovviamente ignorano o fingono di ignorare che la diossina è un gas che si forma per la combustione di materie clorurate (ad esempio il PVC) alla temperatura di 900 gradi. Ma lasciamo gli asini a ragliare; lo hanno sempre fatto e lo faranno sempre. Abbiamo visto due provvedimenti per i rifiuti, la raccolta differenziata e le discariche; l'una non può fare a meno dell'altro. Resta da vedere cosa fare dell'altro 50 % dei rifiuti, ossia dell'"umido", costituito dalle sostanze organiche (scarti alimentari, residui dei mercati etc.). Queste sostanze possono essere trattate per ricavarne CDR (combustibile da rifiuti) per alimentare i termovalorizzatori. A questo proposito si deve notare che molti li chiamano "inceneritori" e pensano che brucino i rifiuti tal quali; niente di più falso: i termovalorizzatori bruciano CDR e producono energia, e i loro fumi vengono fatti passare attraverso tre diversi sistemi di filtrazione prima dell'immissione in atmosfera: non si sono mai riscontrati inconvenienti. Un altro tipo di trattamento delle sostanze organiche è la "digestione anaerobica"; quelle sostanze, addizionate con acqua, vengono immesse in contenitori chiusi, e ad opera dei batteri che vivono fuori del contatto dell'aria (batteri anaerobi) vengono biodegradati con produzione di gas biologico contenente circa il 60 % di metano. Questo gas viene fatto passare attraverso dei gruppi elettrogeni, e se ne ricava energia elettrica e calore. Questo tipo di trattamento richiede notevoli superfici e gestione da parte di personale specializzato; è più costoso della termovalorizzazione.
Altro tipo di trattamento è la produzione di compost; trattando l'umido per via aerobica, con una costante immissione d'aria in pressione, questo si converte in un materiale utilizzabile come ammendante (ricostituente dell'humus) in agricoltura; il fatto però che non si tratti di un concime e che la sua composizione è estremamente variabile lo rende poco apprezzato dagli agricoltori, specie in un momento di crisi come quello attuale. Chiedo venia ai miei amici per lo sproloquio, ma l'ho ritenuto necessario dato che dilettanti, giornalisti, TV e incompetenti diffondono notizia assolutamente false.

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