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lunedì 17 giugno 2013

CHI VINCE E CHI PERDE


Armido Chiattone

Come é logico , quando c'é qualcuno che vince , c'é qualcun altro che perde , né potrebbe esserci una ipotesi in cui vincono tutti e nessuno perde .




La filosofia stessa della vita ci pone ogni giorno di fronte al dilemma shakespeariano "essere o non essere" , ma la certezza della vittoria si sprigiona spesso in una formula che di per sé é vuota di contenuti , ripetitiva , noiosa...la formula che compone una maggioranza politica per esempio non é che il completamento di un compromesso , altrimenti parleremmo di un'altra cosa .
L'accordo di governo tra PD e PDL non é altro che la riproposizione del vecchio "compromesso storico" , formula cara alla vecchia politica della prima repubblica che non ebbe seguito soltanto perché le grandi ideologie contrapposte ne impedirono l'attuazione .
Oggi il"compromesso storico" é stato definito "governissimo" o " governo di larghe intese" , ma la realtá rimane di fatto la stessa della prima repubblica , quando c'erano i sintomi della crisi alle porte .
Moro e Berlinguer , l'uno esponente di punta della D.C. , l'altro segretario del PCI furono i promotori del dialogo tra ideologie contrapposte , forse perché furono i primi a capire che cosa stava per accadere se si fosse tirata troppo la corda...cosí il mago Berlusconi non ha fatto altro che raccogliere una ereditá considerata impossibile da realizzare , ma ha commesso contemporaneamente un gravissimo errore politico .
Il governo delle larghe intese nasce dopo che sia il centrosinistra che il centrodestra avevano dimostrato reciprocamente la loro incapacitá di gestire l'economia del Paese , dopo la protesta di Grillo , dopo l'esplosione inusuale di una crisi mondiale difficilmente reversibile , dopo il varo di una moneta unica debole , nata prima che si concretizzasse il progetto stesso della costruzione dell'Europa .
É stato per cosí dire "fatto tutto troppo in fretta" , nonostante gli anni trascorsi a discutere delle grandi questioni internazionali , del muro di Berlino , del blocco sovietico , della alleanza atlantica dei paesi membri della NATO , in un contesto storico che per un attimo ci aveva tenuto col fiato sospeso per paura di una nuova guerra mondiale .
La veritá é che la nostra generazione , uscita dal 2º conflitto mondiale non avrebbe avuto proprio voglia di ricominciare da capo con morte e distruzione , con campi di concentramento e pulizie etniche , sicché , per salvare i mercanti di armi dalla rovina , ha deciso consapevolmente di promuovere guerrette di secondo piano quá e lá , in modo che il mondo fosse sempre allertato e la paura creasse alla fine una stabilitá proprio nell'ambito del confronto Russo/Statunitense .
In fondo gli unici due blocchi che per ragioni storiche avrebbero potuto da soli spartirsi il mondo , sebbene aleggiasse nell'aria costantemente il cosiddetto pericolo giallo .
Oggi sorprendentemente proprio le economie piú sofferenti hanno generato ricchezza , mentre le tanto esaltate civiltá hanno mostrato il fianco al nemico piú spietato : la povertá .
Il mondo diviso tra ricchi e poveri é un mondo che non propone nulla di concreto e finisce con l'arrotolarsi su se stesso fino allo spasimo , fino all'ultimo rantolo prima di morire .
La scelta politica adottata dall'Italia dopo le ultimi elezioni non é altro che l'avanspettacolo di una commedia tragica , il cui finale probabilmente non sará scritto da noi , ma dai nostri figli e dai nostri nipoti .
L'Europa é una creatura imberbe , mai nata , un aborto che tentiamo di salvare iniettando ossigeno , ma che é destinata a fallire trascinandosi dietro le generazioni future .
La recessione che ha colpito la Grecia , il Portogallo , l'Irlanda ecc..., la crescita zero registrata in Germania nonostante l'austeritá , il crollo dell'occupazione , il fallimento delle imprese , la caduta verticale dell'edilizia sono segni inconfutabili di una Europa che sprofonda...
In questo bailame l'Italia non é diversa dalle altre potenze , anche se non rappresenta nel quadro generale il 3% del PIL come la Grecia , anche se si potrebbe risollevare e  anzi divenire trainante qualora si adottassero le misure necessarie rivolte soprattutto alla crescita , adattando gli schemi dell'economia liberista accompagnati da una sana ricostituzione del sistema Stato e del settore pubblico .
In poche parole , al compromesso storico dovrebbe corrispondere un compromesso economico basato sulla distribuzione piú equa della ricchezza .
Saranno capaci i nostri eroi...di realizzare un disegno cosí ambizioso ?
Staremo a vedere!!! 

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