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sabato 7 maggio 2016

FUORI DALLE SOLITE RIGHE...

Se provassimo una volta tanto a ragionare, prescindendo dalle tifoserie per l'uno o per l'altro soggetto politico, prescindendo altresí dai vari giochi di squadra, dai partiti, movimenti e quant'altro ci renderemmo conto di quanto poco spazio rimanga per le ideologie, per le idee in generale , soprattutto per il concetto di condivisione di un pensiero rispetto al suo omonimo contrapposto.

Se invece di giudicare quanto ci passa il convento, cioé quanto ci passano i mezzi di comunicazione di massa giá condito e riscaldato, giá pronto per essere ingurgitato e digerito, provassimo a ragionare con la nostra testa ed in base a ció che la societá ci costringe ad assorbire, comprenderemmo finalmente di non essere noi i gestori di noi stessi, ma la pubblicitá, il continuo martellamento dei media capace di trasformare la peggiore delle bugie in veritá.
É cosí che assistiamo inermi ed in contrapposizione perenne tra di noi alle esternazioni socio/economiche e politiche di soggetti che spesso e volentieri indorano la pillola sapendo di mentire.
É sufficiente fare qualche passo indietro per capire che personaggi come Oriana Fallaci segnarono profondamente la realtá, scrivendo concetti e facendo dichiarazioni che all'epoca suonavano come affermazioni troppo profonde e futuristiche per essere credute. che invece oggi sono di una attualitá sconvolgente..
Eppure Oriana Fallaci , oggi citata da tutti, si definiva per sua stessa ammissione di sinistra.
Quindi non é l'etichetta che produce la veritá, ma il soggetto che la elabora traducendocela nei fatti o nelle previsioni.
Quante volte abbiamo sentito frasi come "ve lo avevo detto" o simili, quasi come se aver detto una cosa una volta possa definire un pregio eterno della nostra personalitá.
Non é cosí che si deve ragionare.
Bisogna essere pragmatici, parola difficile che tradotta significa semplicemente aderenti alla realtá che si sta vivendo.
Mi spiego meglio: é piú credibile chi oggi si rende conto che i suoi predecessori abbiano commesso degli errori , piuttosto che chi eserciti una difesa ad oltranza del proprio credo, giusto o sbagliato che sia.
Chi ruba sbaglia indipendentemente dal partito o movimento al quale appartiene.
Sbaglia perché si appropria indebitamente di risorse che appartengono al popolo, sbaglia perché non ha rispetto per chi lo ha votato in buona fede, sbaglia perché con il suo atto pregiudica l'uso corretto delle risorse, quindi é il vero nemico del popolo.
Ma il popolo a sua volta per essere in grado di puntare il dito, di condannare, di giustiziare il colpevole(con modi e mezzi ovviamente da decidere) come dovrebbe essere?
Dovrebbe essere un popolo onesto intellettualmente, dovrebbe ammettere le proprie colpe, dovrebbe fare ammenda quotidianamente delle proprie debolezze.
Quante volte ho sentito predicare bene e razzolare male, quanti popolani hanno giudicato il politico nepotista e poi si sono indignati nei confronti del politico che invece non utilizzava il proprio potere per "raccomandare" il figlio dell'amico di turno...quante volte la contraddizione ha stravolto i principi su cui si dovrebbe basare la veritá.
La morale é quella solita: scagli la prima pietra colui che non ha commesso peccati... Se ho voluto proporre questi pensieri é perché mi sono stufato di sentire anatemi nei confronti del fascismo o del comunismo, é perché mi sono stufato di sentire la solita frase:"la politica é una cosa sporca" oppure" i politici sono tutti ladri".
Quando il potere viene raggiunto ci si dimentica di tutto quello che si é detto quando il potere lo gestivano altri e si diventa oggetto del desiderio comune, si diventa controparte, si diventa la prova lampante del nostro essere egoisti e indifferenti verso l'altrui diritto.
Ho voluto richiamare all'ordine il popolo, che troppo spesso giudica chi sta sopra indicandolo come soggetto della peggiore specie, inneggiando ai soliti salvatori della patria che invece tendono come tutti al raggiungimento di un unico scopo: IL POTERE. Gli esempi piú classici : ció che era giusto storicamente per la destra era ingiusto per la sinistra e viceversa, invece bisognerebbe accomunare la giustizia come se fosse un bene unico appartenente al popolo di cui tutti fanno parte anche coloro che la gestiscono.
per cobncludere un semplice richiamo: tutte le volte che ci esaltiamo per chi ci appare come il salvatore, ricordiamoci la fine del migliore degli uomini e chiediamoci perché tale fine si é abbattuta sulla societá...forse questa é l'unica veritá alla quale dovremo appellarci senza se e senza ma.

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