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giovedì 5 dicembre 2013

PORCELLUM ANTICOSTITUZIONALE...NE CONSEGUE CHE...

Armido Chiattone detto Mido
Dopo la decisione choc della Consulta non ci sono dubbi : il porcellum é una legge elettorale anticostituzionale , cioé una legge che va contro le norme previste dalla Costituzione...
 
Dunque l'attuale Parlamento sarebbe illegale ? Se cosí fosse tutto dovrebbe essere riveduto , corretto e rifatto , sia le leggi indebitamente approvate all'indomani della ratifica del Porcellum , sia i decreti varati dal Governo , sia ogni atto derivante dall'applicazione impropria della legge( comprese quindi tutte le leggi relative alle nuove gabelle , al blocco dell'adeguamento delle pensioni fino a 1400 euro e cosí via...)
Con ció ecco scattare il boomerang contro la magistratura...la votazione sulla decadenza di Berlusconi da parlamentare non puó avere seguito, non puó essere in sostanza ratificata , perché se cosí fosse si verrebbe meno al principio per cui tutto ció che deriva da un atto illegale non puó essere convalidato ; principio che dovrebbe essere in primo luogo la guida "sine qua non" degli stessi magistrati che hanno messo Berlusconi in questa delicata situazione.
D'altra parte , come potrebbe un parlamento illegale avallare la decadenza di un parlamentare che a tutti gli effetti , secondo la decisione della Consulta non sarebbe mai stato eletto con norme garanti della tutela della Costituzione ?
In tal caso anche il Presidente della Repubblica  , quello del Senato e quello della Camera sarebbero stati eletti in modo irregolare...uno svarione rilevato con un ritardo enorme da parte dei 10 giudici ; uno svarione che crea confusione , che rimette tutto in discussione , che mostra il fianco alla debolezza di questo Stato disorganizzato , senza una linea , senza obiettivi , senza cervelli .
Di uno Stato cosí ne faremmo volentieri a meno , uno Stato che punisce invece di aiutare , che inventa regole per complicare le cose, che non sa neppure da dove bisognerebbe cominciare .
Eppure é questo lo Stato che ci costa 850 miliardi l'anno , é questo Stato che ci ha infilati in una Europa zoppa , in un mercato del denaro suicida , in un panorama di scarsa qualitá di vita, é questo lo Stato dove nessuno fa un cazzo di niente .
Il dramma peró non é soltanto questo purtroppo .
Il rischio che corriamo é quello di soffocare lentamente sotto il peso dell'euro , anche se per uscire dalla moneta unica occorrerebbe un piano chiaro ed eloquente che ci veda uniti ad altri Paesi che si trovano nelle nostre stesse condizioni .
Il costo dell'Europa é per l'Italia circa 60 miliardi di euro , che uniti ai costi di gestione interna , ci portano ad una spesa annua di oltre 900 miliardi...
Ma questa é soltanto la punta dell'iceberg , perché a questi costi vanno aggiunti tutti i costi di derivazione , delle entitá locali , del sistema insomma .
A questo punto meglio abbandonare lo Stato , meglio chiedere che le banche tornino a fare il loro lavoro di sempre invece di riempire le tasche dei correntisti fiduciosi di finanza malata , invece di vendere derivati e prodotti fallimentari .
Io sono certo che lo Stato sia giá fallito e che tutto ció che si tenta di fare é di rimandare soltanto l'agonia di qualche anno .
Occorrerebbe una cura drastica , occorrerebbe puntare sulla CRESCITA delle imprese per poter riaprire il mercato del LAVORO (quindi meno Stato e piú privato) , anche perché il lavoro non si puó inventare se non c'é chi lo assorbe... occorrerebbe una politica estera equilibrata , un riordino preciso della immigrazione , una revisione del pareggio di bilancio , una maggiore chiarezza da parte della realtá politica di tutti i Paesi dell'Eurozona , magari con l'uso di una doppia moneta...una per il mercato interno , da accomunare all'euro per il mercato estero .
Ciascun Paese dovrebbe riprendersi la sovranitá monetaria per il mercato interno ed affidare all'eurozona il controllo attraverso una BCE con compiti di drenaggio del sistema finanziario.
Tornando al punto iniziale non c'é altro da aggiungere se non che :"IL DIAVOLO FA LE PENTOLE MA NON I COPERCHI" .

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