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sabato 21 settembre 2013

PIL : PER CHI NON LO SAPESSE É IN CALO DA 18 MESI...

Armido Chiattone detto Mido
Borse in picchiata dopo la conferma che il PIL Italiano é ancora in discesa e sembra senza freni , in Francia la crescita é zero , in Germania il PIL é sceso dello 0,6% negli ultimi tre mesi del 2012 .
Le previsioni di chiusura per il 2013 sono catastrofiche e le previsioni al rialzo per il 2014 puzzano di menzogna .
 
D'altra parte che cosa possiamo attenderci dai politici schierati a sinistra ?
La loro unica salvezza é continuare a sostenere che se le cose vanno male la colpa é degli altri , cioé sia del ventennio impropriamente addebitato alla gestione Berlusconi , sia del periodo cosiddetto di "lacrime e sangue" presieduto da Monti che avrebbe dovuto "salvare l'Italia" ( cito le parole  piú volte spese da Casini , eminente quanto impreparato politico della nostra povera repubblica delle banane) .
In pratica il danno causato da Monti é stato tale da far retrocedere le stime del PIL al 1992/93 , cioé all'epoca dell'illustre governo della sinistra...con gli stessi ministri in carica che scendevano in piazza per protestare contro il governo ( sceneggiate viste soltanto al cinema durante le rappresentazioni di films comici e fantapolitici , Villaggio docet) .
La BCE ha confermato il calo del -0,3% per il 2012 in tutta l'Eurozona , come dire che nonostante i paesi del Nord Europa , il continente intero soffre le pene dell'inferno economico promosso da "madama Merkel"
Questa situazione purtroppo pare essere irreversibile e soltanto cambiando completamente il sistema , usando correttivi drastici , si potrebbe sperare (sottolineo sperare) in una lenta e graduale ripresa.
La new economy ha decretato il fallimento totale delle misure adottate dai Paesi governati dalla sinistra , mentre ha dato ragione ai metodi di liberalizzazione del mercato adottati dai Paesi notoriamente piú conservatori .
L'aumento dell'IVA non solo non ha dato risultati positivi laddove é stato adottato  ma ha anche creato la compressione dei consumi , causato disoccupazione , bloccato gli investimenti e ridotto gli scambi commerciali con l'estero .
L'aumento incontrollato delle imposte ha indebolito le classi sociali , annullato il mercato immobiliare , l'edilizia e tutto ció che con essa é collegato , ha causato danni enormi al mercato automobilistico , al settore del commercio , della vendita al dettaglio , della ristorazione e quant'altro , ha distrutto il risparmio di milioni di famiglie ingenerando nuova povertá .
Tutto ció ha influito negativamente sui mercati , bruciando migliaia di milioni di euro di investimenti borsistici e quindi riducendo irrevocabilmente le potenzialitá del credito bancario .
Se continueremo di questo passo soltanto la terza guerra mondiale potrá porre fine al lento ed inesorabile stillicidio del denaro , divenuto patrimonio di poche persone .
Le conseguenze sono : aumento della evasione , della delinquenza e del lavoro nero...sgretolamento dell'economia e caduta libera verso il basso .
La recessione é l'esenpio palese della inefficienza di un sistema , pertanto se non si capisce quando é l'ora di invertire la rotta , vuol dire che esiste il disegno ben preciso di qualcuno per facilitare la scalata di ai vertici del potere dell'ordine mondiale .
Il sistema é basato sulla matematica , che essendo una scienza esatta non puó essere interpretata , ma va accettata come tale .
Siamo veramente alla frutta...non c'é piú tempo per tollerare...soltanto una svolta radicale potrebbe riportarci a galla : ma dobbiamo prima capire di chi é la responsabilitá di questo disastro .
Meditate gente...io vi do alcuni elementi : la magistratura é il responsabile nº uno del decadimento sociale , seguito dalla politica folle della sinistra e dal connubbio tra potere e delinquenza organizzata .
Per invertire la rotta bisogna invertire la tendenza oppure fare la rivoluzione armata...instaurando un nuovo regime autoritario che ripristini la legalitá , imponga le regole e definisca i tempi per la rinascita della democrazia su basi di pulizia e onestá .

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