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venerdì 9 agosto 2013

ECONOMIA , FAMIGLIE , L'ITALIA CHE LAVORA E CHE VORREI...

Armido Chiattone detto Mido
Semplicemente italiano : ecco come mi sento , nonostante il mio esilio portoghese che perdura ormai da 16 anni .
Chi l'avrebbe mai detto che avrei rinnegato il mio amato stivale per una terra che sento comunque straniera?
 


D'altra parte nessuno me lo ha imposto , l'ho voluto io , perché ero stanco di vivere in un Paese cosí cinico e inadeguato come l'Italia di 16 anni fa .
Quando me ne andai c'era Prodi al governo , messaggero di sventura , mentre il sorriso confortante di Berlusconi era stato temporaneamente messo in soffitta per pochi voti di differenza .
É grazie a questo blog ed a Facebook che ho continuato imperterrito a far politica , pontificando a muso duro su tutto ció che mi pare frutto dell'ingiustizia .
Non é il confronto tra " Berlusconi sí o Berlusconi no" che dovrebbe animare le coscienze (lo abbiamo toccato con mano , visti i danni indiretti che la magistratura bacchettona sta causando) , é piuttosto la voglia di riscatto del popolo da una situazione che non sta cambiando e ristagna nella recessione piú assoluta , senza prospettive . .
Il confronto tra centro-destra e centro-sinistra é doveroso , fa parte del gioco quando entrambe le forze fossero finalmente convinte che occorra mantenere il doveroso rispetto l'una dell'altra , cosí come non si puó soltanto criticare come fa Grillo , bisogna esserci , anche se , ogni tanto , verrebbe davvero voglia di dissotterrare l'ascia di guerra .
Il tema che preoccupa di piú é l'economia ; un tema che raccoglie in sostanza tutto quanto il resto : lavoro , crescita , risparmio , investimenti e chi piú ne ha piú ne metta .
Inutile chiedersi se é nato prima l'uovo o la gallina...non si arriverebbe mai al capolinea di una discussione comparabile a quella del sesso degli angeli (si potrebbe anche dire che la prima a nascere sia stata la magistratura con tutti gli annessi e connessi...) .
Ció che di fatto é che... non si puó fare altro se non rappresentare la realtá , poiché l'economia di un Paese si basa sulla ricchezza , che , a sua volta , viene stimata prendendo come punto di riferimento la soliditá delle famiglie in termini finanziari .
Quando uno Stato entra nelle tasche della gente saltano tutti gli equilibri perché a nessuno sta bene rinunciare ad una fetta del proprio reddito per sovvenzionare una istituzione che non ti da nulla in cambio, sarebbe diverso e convincente se lo Stato aiutasse invece di creare ostacoli...
L'equilibrio é sempre stato il vero motore dell'economia , equilibrio tra costi e ricavi per non cadere nel baratro del "bilancio in rosso" .
Di qui bisogna ripartire ; non é vero , come molti sostengono che il debito pubblico sia cosí determinante nella misurazione dello stato di salute di un Paese...basta fare riferimento ad altre realtá che superano di gran lunga la situazione italiana .
Il Giappone , per esempio ha un debito pubblico molto superiore a quello italiano e cosí pure la Cina ; quest'ultima é entrata nei mercati a piedi giunti e svaluta in continuazione pur di mantenere prezzi concorrenziali con l'occidente .
Allora ? Allora purtroppo noi abbiamo costruito una Europa a conduzione tedesca , abbiamo rinunciato alla sovranitá monetaria e di conseguenza , avendo ceduto questi diritti , non possiamo svalutare ogni qual volta vorremmo , ma dobbiamo attenerci alla politica economica e finanziaria dettata dalla Comunitá Economica Europea , che oltre tutto non solo non fa sconti a nessuno , ma é indifferente a qualunque grido di aiuto provenga da Paesi cosiddetti sofferenti perché non gliene frega assolutamente nulla tanto é il gab tra i pochi che decidono ed il popolo...di certo alla Merkel non manca il bidé con la manina che gli accarezza il culone , ma a tante famiglie italliane sí , anche se si accontenterebbero di un bidé normale .
L'Europa in sé é stata la punta dell'iceberg , ma non la sola responsabile di ció che sta accadendo .
Quando si dice che la crisi é di tenore mondiale , il senso concreto di questa affermazione é che non ci sono piú margini di ripresa , se non si cambia radicalmente metodo .
E il metodo quale potrebbe essere ?
Facciamo un esempio : una famiglia tipo , composta da padre , madre e due figli ha una entrata media inferiore alla necessitá di spesa.
In tal caso questa famiglia decide che bisogna rinunciare a qualche cosa : ma a che cosa ?
Non certo al cibo , alla manutenzione fisica per tutelare la salute , ai beni primari...occorrerá rinunciare ai beni superflui , oppure occorrerá ridimensionare la pretesa sociale , cioé il costo della luce , del gas , della benzina , dlle imposte dirette , dell'IVA...occorrerá ridurre il tenore di vita insomma ed i consumi .
Ma questa famiglia non potrebbe farcela da sola , occorrerebbe l'intervento dello Stato a cui sono demandati alcuni dei compiti che incidono sulla famiglia stessa .
Entrando nel particolare...se lo Stato , attraverso il governo intervenisse sulla riduzione delle imposte dirette , tagliandole per lo meno del 30% , le famiglie potrebbero avere piú soldi da far circolare o destinare al risparmio ; se lo Stato eliminasse l'IMU , riducesse l'IVA al 9/10% avrebbe meno entrate per la spesa pubblica ma non ridurrebbe il popolo alla miseria; se lo Stato , sempre attraverso il governo , agevolasse il credito molte famiglie ricomincerebbero a pensare di  comprare casa , il settore dell'edilizia ne avrebbe grande giovamento e potrebbe ridare fiato all'economia...se lo Stato eliminasse almeno in parte le accise sui carburanti e sul gasolio da riscaldamento , le famiglie ne avrebbero grande giovamento , i trasporti costerebbero di meno e di conseguenza anche le merci sarebbero meno care ; se lo Stato riducesse la spesa di oltre 800 miliardi l'anno che rappresenta l'onere della gestione , forse alcune caste riceverebbero meno soldi(magistrati compresi) , ma il popolo sarebbe meno oppresso ; se la spesa pubblica fosse coordinata e parificata , con l'eliminazione di enti inutili , province , comunitá montane e quant'altro , forse la burocrazia sarebbe meno pesante e si risparmierebbero un bel po' di soldi...questa é l'Italia che vorrei...un'Italia con meno controlli che finiscono con l'impaurire gli investitori , un'Italia che premi la meritocrazia ed il lavoro , un'Italia capace di ridare speranza ai giovani , un'Italia piú onesta ma nello stesso tempo meno condizionata dal potere pubblico...chi mi rimprovera del fatto che non tengo conto dei dati emergenti dimentica che i dati sono soltanto il fumo dell'arrosto , spesso sono contrastanti , come la politica...mentre il cuore é quello che fa la differenza per rendere grande un Paese .
 
 

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