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lunedì 4 febbraio 2013

TOGHE E POLITICA...


Armido Chiattone detto Mido

L'equivoco di fondo che stravolge il nostro sistema istituzionale é il rapporto esistente tra magistratura e politica ; l' argomento , sul quale sono stati spesi fiumi di parole  , non é certo il massimo della chiarezza .
Al proposito , senza addentrarmi nei meandri contorti della legislazione , mi piacerebbe capire qual'é il limite oltre il quale un magistrato da imparziale , possa essere considerato di parte .
Stento ad orientarmi , dico la veritá , perché non posso considerare imparziali magistrati che , dismessa la toga , si dedicano attivamente alla politica .



I padri della costituzione proprio per evitare sorprese sgradevoli al riguardo decisero che ai parlamentari fosse riconosciuto uno scudo protettivo chiamato immunitá .
Un parlamentare, nel periodo in cui svolge le sue funzioni, è circondato da una garanzia di impunibilità.
Infatti, come afferma la Costituzione italiana all'art. 68, egli non può essere chiamato a rispondere delle opinioni e dei voti espressi .
Perché si possa perquisire, arrestare, processare un parlamentare è necessaria l'autorizzazione  della Camera a cui appartiene ; ció almeno fino al 1993 . 
Se l'autorizzazione fosse negata, la magistratura non avrebbe la possibilitá di  procedere in alcun modo.
Naturalmente, allo scadere del mandato parlamentare, il deputato o il senatore perdono il diritto all'immunità e tornano a essere come tutti gli altri cittadini, quindi perseguibili per i reati eventualmente commessi.
Scopo dell'immunità parlamentare è quello di tutelare i membri del Parlamento nella loro libertà e indipendenza.
Non a caso lo scudo di cui sopra fu reso operativo attraverso una legge costituzionale...il timore era che se qualche magistrato si fosse svegliato una mattina con l'intento di incastrare qualcuno che avesse ritenuto  di ostacolo rispetto alla sua ideologia politica , lo avrebbe potuto fare senza alcuna limitazione qualora appunto non ci fosse stato un reale impedimento legislativo : "l'immunitá" , cioé l'impossibilitá per un parlamentare di essere rinviato a giudizio per tutto il periodo del mandato (dall'ottobre del 1993 a seguito della riforma costituzionale non é piú richiesta alcuna autorizzazione per condurre una indagine nei confronti di un parlamentare purtroppo) .
Dico purtroppo perché la magistratura é costituita da soggetti aventi ovviamente una tendenza politica che abbraccia l'intero arco parlamentare .
Questa tendenza viene espressa nelle elezioni interne , quando si tratta di definire la figura del presidente dell'A.N.M.(associazione nazionale magistrati) .
Guarda caso la componente quasi sempre maggioritaria é "magistratura democratica" , cioé la parte riconducibile politicamente ai partiti della sinistra : le cosiddette "toghe rosse" .
L'attuale presidente Palamara é espressione di "magistratura democratica" , quindi colui che rappresenta l'intero corpo separato dallo Stato é un soggetto di sinistra .
Anche la corte costituzionale é costituita per lo piú da figure riconducibili alla sinistra , su 11 membri infatti soltanto 4 sono espressione di area indipendente o di centro destra .
Questa situazione inficia la credibilitá dell'intera magistratura , il che non é giusto perché la maggior parte dei magistrati si attengono strettamente al loro ruolo professionale , cercando di evitare l'influenza dei partiti .
Gli esempi che abbiamo avuto sono piú che eloquenti : Di Pietro venne eletto in una lista di sinistra in cui fu inserito come "indipendente" (parola riconducibile nei fatti a "simpatizzante" , dato che chi non é di area é comunque affascinato dal contesto politico proponente , in quanto altrimenti sarebbe un semplice arrivista senza Patria) ; De Magistris degno compare é stato eletto sindaco di Napoli per grazia ricevuta sempre dalla sinistra ; non parliamo di Ingroia che é il massimo esponente di questa enorme contraddizione che investe l'intero quadro istituzionale...inoltre chiediamoci perché un magistrato dismette la toga per dedicarsi alla politica : per altruismo ? , per passione indomita ? , per andare incontro ai bisogni delle famiglie ? per legittimare la legalitá e salvaguardare i principi di etica e di morale che affliggono il Paese ?
Niente di tutto ció : altro che "rivoluzione civile" , l'intenzione di questi personaggi é quella di attirare con le loro posizioni estremiste e categoriche la gente comune e sfruttarla a loro piacimento , con l'arma della cultura giustizialista di cui sono fermi assertori .
Mi facciano il piacere...certe toghe si occupino di riempire il loro ruolo giá abbastanza discutibile , ruolo che permette ai delinquenti ed agli assassini , agli stupratori ed ai soggetti pericolosi di restare impuniti...mentre i politici vengono passati al setaccio come per dimostrare che "la politica é una cosa sporca"...ebbene , se anche lo fosse questi magistrati d'assalto potrebbero intervenire anche da fuori...non peró con teoremi immaginari come furono quelli di "mani pulite" , bensí con prove che inchiodino eventuali imputati eccellenti .
Allora qual'é la ragione per cui un magistrato fa politica attiva quando contemporaneamente , per mettersi al riparo e garantirsi una via alternativa di sicurezza professionale , non si dimette dal suo incarico , ma chiede soltanto l'aspettativa non retribuita ?
Ció significa che ,  nel caso in cui le cose andassero male , ecco apparire la via di fuga...il magistrato indossa nuovamente la sua bella toga appariscente e ricomincia a svolgere il suo compito...bella mossa , non c'é che dire !!!
Io credo che occorra una legge specifica , nel merito della riforma della giustizia , che azioni un freno radicale rispetto a tali comportamenti moralmente illeciti...una legge che ponga il magistrato di fronte ad una scelta : o di quá o di lá .
Cosí come sarebbe necessario che la magistratura seria cominciasse ad indagare sui magistrati piú chiacchierati per scoprire se dietro quell'aria arrogante da : " Mi spezzo ma non mi piego" non si nasconda invece la sorpresina...capito mi hai ?

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